Montegrotto Terme
La città giardino del Veneto
Montegrotto insieme ad Abano Terme, Galzignano Terme, Teolo e Battaglia Terme formano le “Terme Euganee” che costituiscono il più grande polo termale d’Europa.
In passato la località si chiamava “San Pietro Montagnone“; solo dopo il 1934 ha assunto l’attuale denominazione, che deriva dal latino Mons Aegrotorum (monte dei malati), con riferimento all’uso terapeutico che fin dall’antichità si è fatto delle sue sorgenti di acqua calda. Montegrotto è conosciuta da millenni per le sue cure termali; infatti importanti documenti attestano con esattezza che lo sfruttamento dell’acqua termale si ha nell’Età del ferro quando alcuni gruppi si stabiliscono lungo le rive di un bacino lacustre fra il Colle Montagnone e il Monte Castello.
In epoca romana il territorio euganeo ma soprattutto per Montegrotto Terme si aprì in grande periodo di splendore con la creazione delle terme, delle quali importanti testimonianze si possono trovare visitando gli scavi romani di via scavi e della Villa romana di via Neroniana, e con lo sfruttamento graduale e coscienzioso delle acque termali.
La peculiarità di Montegrotto Terme…
è che può essere definita la città giardino del Veneto vista la presenza di un gran numero di spazi verdi, parchi e giardini che rendono la città estremamente godibile e con una forte vocazione green. Non a caso la città di Montegrotto Terme è da diversi anni ai primi posti tra le città più vivibili d’Italia. I principali giardini pubblici sono il giardino di Villa Draghi, con al suo interno la bella villa seicentesca che da il nome al parco stesso. Il parco comprende sia la villa sia gli annessi rustici, si estende per circa 32 ettari. Rappresenta uno dei più ampi parchi collinari del Veneto e include una parte di bosco da cui si sviluppano sentieri escursionistici di interesse paesaggistico e naturalistico. Lungo i sentieri sono presenti suggestivi scenari dalle ampie vedute che si alternano a brevi squarci di paesaggio, prati e cespugli. Il patrimonio boschivo e faunistico presente all’interno del Parco è stato inserito nel Piano Ambientale del Parco regionale dei Colli Euganei.
La leggenda di Berta
La leggenda narra che nel 1084 Enrico IV di Germania e sua moglie Bertha di Savoia furono ospiti dei Signori Da Montagnon (l’antica Montegrotto medievale). Durante questo soggiorno, mentre l’imperatrice vestita con abiti semplici e poco vistosi, si recava in visita alla chiesa episcopale per assistere alla messa, una donna che portava lo stesso nome della regina, Berta, e che veniva dalla campagna la osservò a lungo. La contadina, una povera filatrice tanto bella quanto povera, raccontò alle compagne che la regina non possedeva abiti preziosi ed era vestita assai poveramente; pensò così di regalare all’Imperatrice il suo filo per rammendare gli abiti, implorando clemenza per il suo uomo incarcerato. Berta si presentò a corte, ed in ginocchio disse: “Signora, se non vi dispiace, vi donerei volentieri il mio filo per aggiustare il vostro abito”. La nobildonna stupita dal gesto e dalla sincerità della contadina, ordinò ai suoi soldati di accettare il filo e di donare a Berta e a suo marito, tanta terra quanta ne poteva essere recintata con la matassa di filo che la povera filatrice le aveva donato. In breve si sparse la voce del gesto pietoso della regina e molte altre donne si recarono al castello per ottenere lo stesso beneficio, ma la regina rispose con il famoso detto che ancora oggi pronunciamo per alludere ad un passato che si perde nella notte dei tempi: “non è più il tempo in cui Berta filava”. La leggenda richiama la dinastia da Montagnone, sorta sul Monte donato a Berta, ma secondo alcuni rappresenta solamente leggende popolari, poiché i da Montagnone erano potenti ancora prima del 1090, l’anno della discesa di Enrico IV a Padova. Ed ancora, il motivo del filo è presente in molti racconti di folklore e nelle leggende della fondazione di molte città venete. Ogni anno il Comune di Montegrotto Terme rievoca questa antica leggenda attraverso una bella manifestazione in costume medievale, mentre il nome di Berta rimane legato ai resti di una torre, sul Monte Castello parte del castello-fortilizio medievale, oggi non più esistente, eretto dalla famiglia Montagnone, signori del luogo.